Dove mangiare a Fagagna

Il prodotto più importante è il celebre Formaggio di Fagagna, erede della tradizione delle latterie turnarie.
La Latteria Sociale di Fagagna è stata nel 1885 tra le prime strutture cooperative del Friuli. Oggi sono due i caseifici che continuano ad assicurare la qualità di un formaggio prodotto solo con latte crudo, non pastorizzato, dal gusto inconfondibile grazie alle erbe presenti nel fieno dei prati intorno a Fagagna.

Altro prodotto fortemente legato alla tradizione fagagnese è il “pestât”, riconosciuto anche come presidio slow food. Il pestât è un modo semplice per conservare nel lardo di suino i profumi e i sapori delle erbe e delle verdure provenienti dagli orti nel periodo autunnale. Una volta macinato viene aggiunto a carote, sedano e cipolla ridotti in piccolissimi pezzi e a salvia, rosmarino, aglio e prezzemolo tritati, quindi sale e pepe rifiniscono l’impasto che a questo punto viene insaccato in un budello naturale e messo a stagionare. L’utilizzo del pestât è molto particolare, non viene infatti consumato come un insaccato ma viene fatto soffriggere in modo che il grasso si sciolga senza far bruciare le verdure e usato come base per moltissime delle preparazioni tradizionali della cucina locale in particolare per insaporire minestrone, brovada, carni in umido e patate al tegame.

Già ai tempi di Napoleone c’era a Fagagna un commercio di maialini. Siamo a pochi km da San Daniele, dove l’aria che scende dalle Alpi Carniche incontra quella che sale dall’Adriatico e diventa balsamo per i prosciutti. Trionfano in questa zona, dunque, i salumi e le ricette tradizionali del maiale: brovada e muset (rape bianche inacidite e cotechino), verze e salsicce ecc. Una particolarità di Fagagna sono anche i piatti a base d’oca, cucinati alla grande in un vecchio casale ristrutturato ora divenuto agriturismo. Visto il forte legame con la sagra paesana, viene proposto sempre più l’asino in cucina, come insaccato, sugo per condimento di primi piatti, o secondo dal marcato e caratteristico sapore.

Da non dimenticare, infine, i vini: su tutti il raro Picolit, la cui produzione ha avuto inizio qui nel 1761 ad opera del conte Asquini, dove tutt’ora è presente la coltura del vitigno.

Il prodotto più importante è il celebre Formaggio di Fagagna, erede della tradizione delle latterie turnarie.
La Latteria Sociale di Fagagna è stata nel 1885 tra le prime strutture cooperative del Friuli. Oggi sono due i caseifici che continuano ad assicurare la qualità di un formaggio prodotto solo con latte crudo, non pastorizzato, dal gusto inconfondibile grazie alle erbe presenti nel fieno dei prati intorno a Fagagna.

Altro prodotto fortemente legato alla tradizione fagagnese è il “pestât”, riconosciuto anche come presidio slow food. Il pestât è un modo semplice per conservare nel lardo di suino i profumi e i sapori delle erbe e delle verdure provenienti dagli orti nel periodo autunnale. Una volta macinato viene aggiunto a carote, sedano e cipolla ridotti in piccolissimi pezzi e a salvia, rosmarino, aglio e prezzemolo tritati, quindi sale e pepe rifiniscono l’impasto che a questo punto viene insaccato in un budello naturale e messo a stagionare. L’utilizzo del pestât è molto particolare, non viene infatti consumato come un insaccato ma viene fatto soffriggere in modo che il grasso si sciolga senza far bruciare le verdure e usato come base per moltissime delle preparazioni tradizionali della cucina locale in particolare per insaporire minestrone, brovada, carni in umido e patate al tegame.

Già ai tempi di Napoleone c’era a Fagagna un commercio di maialini. Siamo a pochi km da San Daniele, dove l’aria che scende dalle Alpi Carniche incontra quella che sale dall’Adriatico e diventa balsamo per i prosciutti. Trionfano in questa zona, dunque, i salumi e le ricette tradizionali del maiale: brovada e muset (rape bianche inacidite e cotechino), verze e salsicce ecc. Una particolarità di Fagagna sono anche i piatti a base d’oca, cucinati alla grande in un vecchio casale ristrutturato ora divenuto agriturismo. Visto il forte legame con la sagra paesana, viene proposto sempre più l’asino in cucina, come insaccato, sugo per condimento di primi piatti, o secondo dal marcato e caratteristico sapore.

Da non dimenticare, infine, i vini: su tutti il raro Picolit, la cui produzione ha avuto inizio qui nel 1761 ad opera del conte Asquini, dove tutt’ora è presente la coltura del vitigno.